#nuove dinamiche amorose
Explore tagged Tumblr posts
Text
Le App di incontri stanno rivoluzionando il modo in cui le persone si conoscono e costruiscono relazioni. Scopriamo vantaggi, rischi e l'evoluzione delle relazioni nell'era digitale.
Le coppie oggi si formano con le App di dating. Un fenomeno in crescita tra modernitĂ e nuove dinamiche relazionali.
Le coppie oggi si formano con le App di dating. Un fenomeno in crescita tra modernitĂ e nuove dinamiche relazionali. Lâevoluzione del dating nellâera digitale Negli ultimi anni, le App di dating hanno radicalmente cambiato il panorama delle relazioni personali. Da strumenti di nicchia, utilizzati inizialmente con riservatezza, sono diventate parte integrante della quotidianitĂ di milioni diâŠ
#Alessandria today#algoritmi e amore#amore e social media#amore nellâera digitale#App di dating#App per relazioni serie#Bumble#connessioni digitali#connessioni online#coppie e tecnologia#costruire relazioni online#dating casuale#dating e generazioni#dating nellâera digitale#dating online Italia#dating online sicuro#dating per giovani#dating per over 40#dipendenza da App di incontri#fenomeno Tinder#futuro delle relazioni#Google News#Hinge#incontri online#incontri via smartphone#italianewsmedia.com#matching online#Meetic#nuove dinamiche amorose#Pier Carlo Lava
0 notes
Text
âLa scrittura Ăš la mia maledizioneâ: intervista a Philippe Vilain, il romanziere che conosce lâarte di amare
In Italia Ăš premiato e decorato, accademicamente riconosciuto. Malauguratamente, non Ăš altrettanto diffuso tra le masse, evidentemente piĂč interessate, quando si tratta di autori stranieri, ai soliti americani o alle loro americanate. Si sa che la letteratura francese, come lâitaliana, almeno quando di rilievo, Ăš piĂč complessa e raffinata. Quella dâoltralpe, in particolare, ha la tendenza a essere sempre squisita. Persino una canaglia come Houellebecq, quando descrive scene di sesso decisamente sopra le righe, o quando sparla e ingiuria, Ăš talmente elegante da farsi perdonare allâistante.
Nel nostro paese, la frequentazione degli autori francesi Ăš piuttosto scarsa, se si esclude lâautore di Sottomissione. Eppure, esistono altri scrittori, fatta eccezione per i grandi classici ottocenteschi sui quali i nostri vicini di casa sono imbattibili, che meriterebbero una maggiore attenzione. Uno di questi Ăš certamente Philippe Vilain, che a noi Ăš giunto per alcune traduzioni di suoi romanzi e ben poco per quel che concerne lâattivitĂ di teorico della letteratura. La sua peculiaritĂ Ăš lâindagine sui rapporti amorosi, come si puĂČ ben leggere in quello che Ăš forse il suo testo piĂč noto, Non il suo tipo, da cui Ăš stato tratto anche un film tanto grazioso quanto tristemente realista. Non ci sono sue nuove pubblicazioni, qui da noi, giĂ da qualche anno, ma abbiamo comunque ritenuto fosse necessario per il lettore fare conoscenza con questo interessantissimo autore.
Signor Vilain, lei Ăš poco noto qui in Italia. Ci piacerebbe, pertanto, sapere qualcosa di piĂč della sua attivitĂ di scrittore. Quando ha iniziato a scrivere e cosa lâha indotta a farlo?
Mi ritengo giĂ fortunato dâessere tradotto da un editore italiano, Gianni Gremese, che mi Ăš fedele ormai da quasi dieci anni e che ha giĂ pubblicato cinque dei miei romanzi: Falso padre, Quadernetto sulla timidezza, Non il suo tipo, La moglie infedele. Inoltre, Ăš in uscita ad aprile 2018 il mio ultimo romanzo La ragazza dalla macchina rossa. Queste traduzioni mi sono giĂ valse numerosi riconoscimenti nel vostro Paese. In particolare, a palazzo Farnese a Roma, in presenza dellâambasciatore francese Alain Le Roy, allâIstituto Francese di Napoli, ma anche nelle universitĂ e centri culturali di Palermo, Napoli e Torino. Ho ugualmente avuto la fortuna di ottenere il premio Scrivere per amore, nel 2012, a Verona, dove il Presidente era Vittorio Sgarbi. Allo stesso modo, vi sono state diverse menzioni, tra cui la prima pagina della rivista Grazia Italia â cosa che non mi Ăš mai capitata in Francia. Inoltre, esistono numerosi lavori universitari riguardanti la mia opera. Alcuni universitari italiani hanno scritto degli studi molto interessanti sui miei testi, come Alessandro Madonia ed Emilia Surmonte, la quale ha anche in progetto di iniziare un saggio specialistico. Per non parlare dellâadattamento cinematografico di Non il suo tipo, che in italiano Ăš stato reso con il titolo di SarĂ il mio tipo? e altri discorsi sullâamore. Questo film ha avuto un buon successo in Italia. E, per questo, mi sento giĂ abbastanza soddisfatto. Non potrei fare di piĂč per essere conosciuto nel vostro Paese. In una societĂ dello spettacolo quale la nostra, che promuove prima di tutto una letteratura di intrattenimento, il riconoscimento per la letteratura di pregio Ăš difficile e trova riscontro unicamente nelle sfere intellettuali, dunque in un ambito ristretto. Sono rari gli scrittori letterati conosciuti internazionalmente. Se nella grande industria culturale dellâintrattenimento i libri continuano a essere venduti, la letteratura alta si legge sempre meno. Tra le migliaia di scrittori pubblicati in Francia ogni anno, pochissimi si fanno notare nel proprio Paese, e ancora meno allâestero. Dâaltro canto, il piĂč delle volte, gli scrittori conosciuti al di lĂ dei propri confini non sono per forza quelli letterariamente migliori. Sono riconosciuti perchĂ© i loro romanzi, giustamente, obbediscono a degli standard narrativi e a un formato commerciale â trama divertente e alla moda â traducibili per il grande pubblico. Di conseguenza, la notorietĂ Ăš relativa e lâimportante non Ăš, di per sĂ©, essere famosi, ma conosciuti per delle buone ragioni, giustificate da competenze letterarie e dalla qualitĂ dellâopera. Quello che conta non Ăš la notorietĂ ma la legittimitĂ , che permette di essere identificato simbolicamente come uno scrittore autentico: molti scrittori noti, che vendono, non possiedono questa legittimitĂ . I miei romanzi che intellettualizzano lâamore non sono senza dubbio sufficientemente commerciali per piacere al grande pubblico, ma mi hanno dato questa legittimitĂ nellâambito universitario e intellettuale, quale la pubblicazione di Philippe Vilain ou la dialectique des genres (Philippe Vilain o la dialettica dei generi) che Ăš dedicata alla mia opera. Unâaltra Ăš in preparazione. Numerosi studi universitari sono stati pubblicati e altri sono in corso di pubblicazione. Che il mio lavoro sia riconosciuto negli ambiti intellettuali mi dĂ una grande soddisfazione. Ă la critica universitaria a conferire legittimitĂ simbolica a uno scrittore.
Per presentarmi rapidamente, dunque, direi che ho voluto scrivere dallâetĂ di 18 anni e ho dedicato la mia vita alla letteratura, seguendo studi di Lettere Moderne allâuniversitĂ della Sorbona, dove ho ottenuto un dottorato in letteratura, poi un assegno di ricerca post-dottorato che mi ha permesso di scrivere un saggio sullâopera di Fernando Pessoa. Ho avuto la fortuna di pubblicare il mio primo romanzo quando ero abbastanza giovane, a 28 anni, da dottorando. Ormai, ho pubblicato 10 romanzi, in parte con le Edizioni Gallimard (LâĂ©treinte, La derniĂšre annĂ©e, Le renoncement e LâĂ©tĂ© Ă Dresde), in parte con le edizioni Grasset (Paris lâaprĂšs-midi, Faux pïżœïżœre, Pas son genre, La Femme infidĂšle, Une idĂ©e de lâenfer, La fille Ă la voiture rouge). Tutti i miei libri hanno la particolaritĂ di essere scritti in prima persona e di analizzare lâamore, la coppia, i sentimenti e le intermittenze del cuore. Lâamore Ăš un tema magnifico, profondo e ricco, che interroga le nostre scelte essenziali (politiche e sociali) come il senso stesso della nostra esistenza. Parallelamente ai romanzi non ho interrotto la ricerca specialistica, visto che tengo spesso delle conferenze e scrivo dei saggi teorici sulla letteratura contemporanea (Lâautofiction en thĂ©orie, La littĂ©rature sans idĂ©al, DĂ©fense de Narcisse, Dans le sĂ©jour des corps, Essai sur Marguerite Duras). La mia attivitĂ di romanziere non si discosta da una riflessione teorica e critica.
PerchĂ© ho voluto scrivere? Francamente, non lo so. La passione per la scrittura resta qualcosa di misterioso, nel senso religioso del termine, come per lâarte in generale. Cosa ci spinge a creare unâopera, a inventare delle storie, a passare del tempo a scrivere, malgrado non ci sia stato chiesto? Scrivere non Ăš unâattivitĂ normale. Certamente potrei fornire delle ragioni obiettive â la mia timidezza in gioventĂč, il desiderio di esprimermi, il gusto per la letteratura â che mi hanno spinto a scrivere, ma queste ragioni risulterebbero insufficienti e, in ultimo, non sarebbero necessariamente interessanti. Non tutti gli scrittori hanno delle valide ragioni per scrivere, ma di queste stesse ragioni, gli scrittori non hanno sempre coscienza. E non sempre si sforzano di capirle. Quasi tutti vogliono scrivere o hanno bisogno di esprimersi, attraverso la scrittura, in un determinato momento della propria esistenza, ma la differenza tra uno scrittore comune e uno autentico, che dedica la maggior parte del suo tempo alla scrittura e allo studio della letteratura, Ăš che il primo ha semplicemente bisogno di scrivere, mentre il secondo, lâautentico, ne ha la necessitĂ . E, credetemi, câĂš una differenza notevole! Il primo concede del tempo alla scrittura, nel quadro generale della sua vita e percepisce la letteratura come un divertimento culturale, un mezzo, talvolta lucrativo, per accedere a uno status valorizzante, mentre il secondo si sacrifica alla scrittura. Molto presto mi sono reso conto che non avrei potuto fare altrimenti e che la scrittura sarebbe diventata la mia maledizione.
I suoi romanzi sembrano improntati a unâanalisi delle dinamiche sociali odierne, quali i rapporti tra i sessi e le diverse classi sociali. Penso, per esempio, alla relazione tra il professore di Filosofia e la parrucchiera in Non il suo tipo, oppure a La moglie infedele, laddove il marito riconosce di essere stato scelto piĂč per la sua posizione sociale che per la passione che ispira nella protagonista. Condivide questa analisi?
Lâamore, o piĂč precisamente le scelte amorose sono un soggetto che mi dĂ da pensare. Sono affascinato da quelli che sono i rapporti amorosi: chi scegliamo quando amiamo e, al contrario, chi ci sceglie, da chi siamo amati? Lâincontro avviene per caso o per la provvidenza (lâincontro con il Principe Azzurro), o per determinati aspetti che ci inducono a scegliere â come a essere scelti da â tali persone piuttosto che altre? La differenza sociale, e quindi culturale, esposta nel mio romanzo Pas son genre (Non il suo tipo), tra un professore di Filosofia e una parrucchiera, disturba perchĂ© ci pone di fronte a una realtĂ sociale che nessuno vuole vedere, inammissibile, intollerabile, ovvero che lâamore Ăš socialmente conformista e convenzionale (il matrimonio, trionfo dellâamore, Ăš un âcontratto socialeâ). CiĂČ che la parrucchiera ama nel professore di Filosofia Ăš, in fondo, prima che la sua personalitĂ , una rappresentazione sociale, il fatto che lui sia, ai suoi occhi, tutto quello che lei non Ăš: un intellettuale parigino di una classe sociale, culturale, economica superiore alla sua. CiĂČ che attira il filosofo, oltre il suo aspetto esteriore, Ăš il fatto che lei lo porti al di lĂ del suo ambito sociale e culturale. In teoria, noi tutti abbiamo voglia di credere che il sentimento amoroso sia puro, e la nostra buona coscienza ci incita a sperare che lâamore permetta tutto, la mescolanza culturale come lâeterogamia sociale, che tutti possano amare chiunque, ma la realtĂ Ăš sfortunatamente piĂč complessa, e anche piĂč crudele. Non si tratta tanto di unâopinione, quanto piuttosto di unâosservazione, di una constatazione indispettita, nata tanto dallâindagine, quanto dalla lettura di studi sociologici sulla scelta del coniuge: sappiamo bene che questo tipo di eterogamia non Ăš possibile che a certe condizioni. Senza dubbio, ed Ăš il proposito del narratore di Pas son genre, nessun sentimento Ăš piĂč viziato e segregativo, piĂč corrotto ed esclusivo del sentimento amoroso, e lâamore, sotto una superficie virtuosa e morale, ci condanna spesso ad amarci solo tra eletti di una medesima casta sociale, dello stesso ambiente, dello stesso rango, a non sposare che delle persone del nostro status. CosĂŹ funziona la riproduzione sociale e, se lâamore non Ăš mai perfettamente gratuito, forse non Ăš che una relazione commerciale, tariffata, che non si dice, che si preferisce negare, e che la storia del matrimonio, con le sue doti, i suoi interessi familiari, come tutta la contrattualizzazione dei sentimenti (PACS), confermano. Ecco perchĂ© lâamore ha un prezzo e gli amanti si vendono senza saperlo. Nessuno ama constatare che la scelta di un partner Ăš un modo di definire il proprio valore, di prezzare sĂ© stessi â scelta che potrebbe riassumersi con questa formula di una violenza terribile: âDimmi chi ami, ti dirĂČ quanto vali!â .
Quali sono stati gli autori francesi che hanno contribuito maggiormente alla sua formazione?
Ă sempre difficile valutare fino a che punto unâopera abbia influito su unâaltra; le influenze sono spesso inconsce, tuttavia, penso che diversi scrittori siano stati importanti nel mio percorso letterario: Marguerite Duras, Benjamin Constant, Marcel Proust, ma anche Albert Camus, Sartre e Simone de Beauvoir. Mi sono nutrito del pensiero esistenzialista.
In particolare, leggendo La moglie infedele, si percepisce un suo legame molto stretto con lâItalia. Ha avuto modo di visitarla in diverse occasioni? Le Ăš mai capitato di leggere gli scrittori italiani? Conosce la nostra letteratura? Se sĂŹ, quale opinione ne ha?
LâItalia Ăš un Paese che conosco bene, dove vengo regolarmente da piĂč di ventâanni, e di cui amo la cultura. Ho vissuto a Torino per qualche tempo, una cittĂ discreta e malinconica che possiede un fascino folle, romantico, lontano dai clichĂ© della cittĂ industriale che circolano su di essa. Mi Ăš piaciuta molto Venezia, fuori dal tempo. Ho dei bei ricordi a Milano, a Firenze e anche a Verona, che sono dei veri e propri gioielli. Roma, quella della dolce vita, e la magnifica Palermo mi piacciono enormemente. Ma Ăš di Napoli che sono innamorato. Ho avuto un vero e proprio colpo di fulmine per Napoli la prima volta che mi ci sono ritrovato, nel luglio del 1994, a piazza Dante. Mi Ăš parso di conoscerla da sempre, di averla giĂ percorsa nei miei sogni e, misteriosamente, mi ci sono sentito immediatamente come a casa. Questo sentimento non Ăš dâaltronde mai cessato; ancor oggi, piĂč che nella stessa Parigi, Ăš a Napoli che mi sento a casa. Mi sento napoletano nel cuore. CosĂŹ come Stendhal voleva che si scrivesse sulla sua tomba che lui era milanese, mi piacerebbe che sulla mia venisse scritto che ero napoletano. Venezia, Torino (Falso padre), Capri e Napoli appaiono in molti dei miei romanzi, in particolare in La moglie infedele che in un primo momento volevo intitolare Capri Souvenirs, dal nome di una boutique che si affaccia sul porto. Non sono solamente dei ricordi per me, sono dei legami familiari. Ho iniziato a prendere appunti per un libro su Napoli. Non conosco bene la letteratura italiana contemporanea. Il primo romanzo di Elena Ferrante, Lâamore molesto, cosĂŹ come la sua ambiziosa trilogia napoletana, mi hanno interessato. CosĂŹ anche i libri di Erri de Luca. Ho il ricordo di una lettura incantevole di Il giorno prima della felicitĂ e di In nome della madre. Lâho conosciuto durante una conferenza allâIstituto Francese di Napoli, qualche anno fa. A lui, il napoletano esiliato, il figlio di Montedidio, avevo detto quanto ero innamorato della sua cittĂ , Napoli, una cittĂ meravigliosa, straordinaria; mi aveva risposto, con unâaria maliziosa, arricciando i baffi: âNon ditelo ai napoletani, per caritĂ , rischierebbero di credervi!â. Mi piacciono, inoltre, Pavese, Moravia, Elsa Morante e il magnifico poeta Ungaretti. Recitavo spesso, tra me e me, uno dei suoi versi, quando ero studente: âChi sono io? Se non un grande sogno oscuroâ.
Al di lĂ dei nomi storici di maggior rilievo, quali Balzac, Zola, Guy de Maupassant, Camus, Sartre, qui in Italia conosciamo la letteratura francese attuale soprattutto per il successo mondiale che ha avuto Michel Houellebecq. Vorrei chiederle la sua opinione su questo autore.
La letteratura francese contemporanea continua a produrre delle opere interessanti, come quelle di Patrick Modiano, Annie Ernaux o Michel Houellebecq, che coniuga lo studio dei costumi realisti (Estensione del dominio della lotta, La possibilitĂ di unâisola, Piattaforma. Nel centro del mondo), quello socio-filosofico (Particelle elementari, La carta e il territorio) e la sua capacitĂ profetica (Sottomissione). Lâopera di Houellebecq somiglia a una nuova commedia umana e fa dellâautore di PrĂ©sence humaine il nostro Balzac post-moderno.
Legge molto? Si limita alla letteratura francese o ci sono altri paesi di cui ama particolarmente la produzione letteraria? Eventualmente, puĂČ farci il nome di qualche autore straniero che ha apprezzato?
Ho letto molto ma sono meno curioso rispetto a prima, meno avido di lettura, non leggo piĂč come un tempo. Il piacere non Ăš piĂč lo stesso, non risiede piĂč nel divertimento, ma Ăš soprattutto un piacere intellettuale. Il libro il cui fine Ăš quello di intrattenermi non mi interessa. CâĂš stato un periodo nel quale leggevo molti autori americani, soprattutto quelli della generazione perduta. Ho adorato Hemingway, Carver e Steinbeck. In un altro periodo, leggevo la letteratura portoghese, e resto tuttora un grande ammiratore di Fernando Pessoa, sul quale ho scritto un saggio. Amo anche la letteratura russa, Dostoevskij e Cechov.
Crede che la trasposizione cinematografica di un suo testo, come nel caso di Non il suo tipo, abbia contribuito al successo della sua opera? Qual Ăš la sua opinione in merito a quella trasposizione?
Non credo, perchĂ© il romanzo Ăš uscito molto prima â 3 anni prima â dellâadattamento cinematografico. Diciamo che il film ha permesso di dare un chiarimento importante sul mio lavoro e sullâedizione tascabile. Ma gli spettatori non sono per forza attenti al fatto che il film sia un adattamento del mio romanzo, anche se viene menzionato sullo schermo in modo palese allâinizio del film, e anche se compaio in un cameo. Non Ăš raro, comunque, che incontri delle persone che mi dicono di aver visto il film senza sapere che fossi io lâautore del libro.
Il film Ăš una versione di tutto riguardo, molto fedele al mio romanzo, che racconta la stessa storia, ma da un punto di vista differente: il regista, Lucas Belvaux, la narra da un punto di vista abbastanza neutro â anche se si Ăš piuttosto orientato verso la parrucchiera â, mentre io racconto la storia dal punto di vista del professore di Filosofia. La differenza di prospettiva cambia molte cose.
Quali sono i pregi e i difetti della letteratura francese attuale?
La discussione sarebbe troppo lunga e rimando coloro i quali fossero interessati alla letteratura francese contemporanea al mio saggio, La littĂ©rature sans idĂ©al. Diciamo, in sostanza, che la letteratura contemporanea tende a obbedire alle leggi del mercato, che si adatta alla domanda, offrendo e promuovendo prima di tutto una letteratura dâintrattenimento, che risponde a dei temi standardizzati (rende note le vite delle celebritĂ e alcuni avvenimenti storici). Ă diventata una letteratura basata sul soggetto, ai danni di una letteratura di stile. La scrittura propriamente detta perde sempre piĂč importanza. Al giorno dâoggi, saper scrivere non Ăš piĂč una necessitĂ per diventare scrittore, ma Ăš sufficiente trovare una buon soggetto, che sia sensazionale e di cui i media possano occuparsi.
Intervista a cura di Matteo Fais
Traduzione dal francese di Matteo Matta
*
Entretien avec Philippe Vilain
Monsieur Vilain, vous nâĂȘtes pas trĂšs connu en Italie. Nous voudrions vous connaĂźtre davantage? Quand avez-vous dĂ©butĂ© en littĂ©rature? Pour quelle raison?
Vous savez, jâestime dĂ©jĂ ma chance dâĂȘtre traduit par un Ă©diteur italien, Gianni Gremese, qui mâest fidĂšle depuis prĂšs de dix annĂ©es maintenant et qui a dĂ©jĂ traduit cinq de mes romans: Falso padre, Quadernetto sulla timidezza, Non il suo tipo, La moglie infedele ont Ă©tĂ© publiĂ©s, en attendant la parution en avril 2018 de mon dernier roman La ragazza dalla macchina rossa. Ces traductions mâont dĂ©jĂ valu de nombreuses sollicitations dans votre pays, notamment au palais Farnese de Rome en prĂ©sence de lâambassadeur de France Alain Le Roy, Ă lâinstitut français de Naples comme dans les universitĂ©s et les centres culturels de Palerme, Naples et Turin. Jâai Ă©galement eu la chance dâobtenir le prix Scrivere per amore en 2012, Ă VĂ©rone, dont le prĂ©sident Ă©tait Vittorio Sgarbi, ainsi quâune presse exceptionnelle, dont une double page dans le magazine Grazia Italia âce qui ne mâest jamais arrivĂ© en France), et de nombreux travaux universitaires qui sâĂ©crivent sur mon Ćuvre. Des universitaires italiens ont Ă©crit des Ă©tudes trĂšs intĂ©ressantes sur mes textes, comme Alessandro Madonia et Emilia Surmonte qui a mĂȘme le projet dâentreprendre un essai sur mes textes. Et je ne parle mĂȘme pas de lâadaptation cinĂ©matographique de Non il suo tipo en Italie, devenue un film : SarĂ il mio tipo? E altri discorsi sullâamore â ce film a connu un beau succĂšs ici. Câest la raison pour laquelle je mâestime dĂ©jĂ heureux. Je ne peux pas faire beaucoup mieux pour ĂȘtre connu en Italie.
Dans notre sociĂ©tĂ© du spectacle, qui promeut avant tout la littĂ©rature de divertissement, la reconnaissance de la littĂ©rature exigeante est difficile, et se rĂ©alise dans les sphĂšres intellectuelles, donc forcĂ©ment confidentielles. Rares sont les Ă©crivains littĂ©raires Ă ĂȘtre internationalement connus. Si, dans la grande industrie culturelle de divertissement, les livres continuent de se vendre, la littĂ©rature littĂ©raire, elle, se lit de moins en moins. Sur les milliers dâĂ©crivains publiĂ©s en France chaque annĂ©e, trĂšs peu se distinguent en rĂ©alitĂ© dans leur pays, et encore moins Ă lâĂ©tranger. Par ailleurs, le plus souvent, les Ă©crivains connus en dehors de leurs frontiĂšres ne sont pas forcĂ©ment les plus littĂ©rairement exigeants ; ils sont reconnus parce que leurs romans, justement, obĂ©issent Ă des standards narratifs et Ă un formatage marchand âsujet divertissant et Ă la mode- traduisible pour le plus grand nombre. Par consĂ©quent, la notoriĂ©tĂ© est relative, et lâimportant nâest pas, en soi, dâĂȘtre connu mais dâĂȘtre connu pour de bonnes raisons, justifiĂ©es par des compĂ©tences littĂ©raires et la qualitĂ© dâune oeuvre. Ce qui compte ce nâest pas la notoriĂ©tĂ©, mais la lĂ©gitimitĂ©, qui permet dâĂȘtre identifiĂ© symboliquement comme un Ă©crivain authentique : nombre dâĂ©crivains connus, qui vendent beaucoup de livres, ne possĂšdent pas cette lĂ©gitimitĂ©. Mes romans intellectualisant lâamour ne sont pas sans doute assez commerciaux pour plaire au plus grand nombre, mais ils mâont donnĂ© cette lĂ©gitimitĂ© dans la sphĂšre universitaire et intellectuelle : un ouvrage Philippe Vilain ou la dialectique des genres a Ă©tĂ© consacrĂ© Ă mon Ćuvre. Un autre est en prĂ©paration. De nombreuses Ă©tudes universitaires ont Ă©tĂ© publiĂ©es et dâautres sont en cours. Que mon Ćuvre soit reconnue dans les sphĂšres intellectuelles me donne une grande satisfaction. Câest la critique universitaire âde comprĂ©hension- qui donne la lĂ©gitimitĂ© symbolique Ă un Ă©crivain.
Pour me prĂ©senter rapidement, donc, je dirais que jâai voulu Ă©crire depuis lâĂąge de 18 ans et que jâai consacrĂ© ma vie Ă la littĂ©rature en faisant des Ă©tudes de lettres modernes Ă lâuniversitĂ© de la Sorbonne oĂč jâai obtenu un doctorat de littĂ©rature, puis une bourse dâĂ©tudes post-doctorales qui mâa permis dâĂ©crire un essai sur lâĆuvre de Fernando Pessoa. Jâai eu la chance de publier mon premier roman assez jeune, Ă 28 ans, alors que jâĂ©tais jeune doctorant. DĂ©sormais, jâai publiĂ© 10 romans, en partie aux Ă©ditions Gallimard (LâĂ©treinte, La derniĂšre annĂ©e, Le renoncement et LâĂ©tĂ© Ă Dresde), en partie aux Ă©ditions Grasset (Paris lâaprĂšs-midi, Faux pĂšre, Pas son genre, La Femme infidĂšle, Une idĂ©e de lâenfer, La fille Ă la voiture rouge). Tous mes romans ont la particularitĂ© dâĂȘtre Ă©crits Ă la premiĂšre personne et dâanalyser lâamour, le couple, les sentiments et les intermittences du cĆur. Lâamour est un sujet magnifique, profond et riche, qui interroge nos choix essentiels (politiques et sociaux) comme le sens mĂȘme de notre existence. ParallĂšlement aux romans, je nâai pas rompu avec la recherche universitaire puisque je fais souvent des confĂ©rences et jâĂ©cris des essais thĂ©oriques sur la littĂ©rature contemporaine (Lâautofiction en thĂ©orie, La littĂ©rature sans idĂ©al, DĂ©fense de Narcisse, Dans le sĂ©jour des corps. Essai sur Marguerite Duras). Mon activitĂ© de romancier ne se sĂ©pare pas dâune rĂ©flexion thĂ©orique et critique.
Pourquoi ai-je voulu Ă©crire ? Franchement, je ne le sais pas. Cela reste quelque chose de mystĂ©rieux la passion, au sens religieux du terme, pour lâĂ©criture, ou pour un art en gĂ©nĂ©ral. Quâest-ce qui nous pousse Ă crĂ©er une oeuvre, Ă inventer des histoires, Ă passer du temps Ă Ă©crire, alors que personne ne nous demande rien ? Ecrire nâest pas une activitĂ© normale. Bien sur je pourrais vous donner des raisons objectives âma timiditĂ© de jeunesse, le dĂ©sir de mâexprimer, le goĂ»t pour la littĂ©rature- qui mâont poussĂ© Ă Ă©crire, mais ces raisons demeureraient insuffisantes et finalement, elles ne seraient pas forcĂ©ment intĂ©ressantes. Non seulement tous les Ă©crivains ont de bonnes et mauvaises raisons dâĂ©crire, mais ces raisons, les Ă©crivains nâen ont pas toujours conscience. Ils nâont pas toujours fait, ou voulu faire, le travail, pour dĂ©couvrir ces raisons. A peu prĂšs tout le monde veut Ă©crire ou Ă besoin de sâexprimer par lâĂ©criture Ă un moment donnĂ© de son existence, mais la diffĂ©rence entre un Ă©crivain, comme il en nait chaque jour, et un Ă©crivain authentique, qui consacre la plupart de son temps Ă lâĂ©criture et Ă lâĂ©tude de la littĂ©rature, câest que le premier a simplement besoin dâĂ©crire, et que le second, lâauthentique, lui, en a la nĂ©cessitĂ©. Et, croyez-moi, cela fait une sacrĂ©e diffĂ©rence ! Le premier concĂšde du temps Ă lâĂ©criture dans son cadre de vie, et perçoit la littĂ©rature comme un divertissement culturel, un moyen, parfois lucratif dâaccĂ©der Ă un statut social valorisant, tandis que le second se sacrifie Ă lâĂ©criture. TrĂšs tĂŽt je me suis rendu compte que je ne pourrais pas faire autrement que dâĂ©crire et que lâĂ©criture deviendrait ma malĂ©diction.
Vos romans portent lâempreinte des dynamiques sociales contemporaines (rapports entre les sexes et entre les diffĂ©rences classes sociales): il suffit de penser, par exemple, Ă la relation entre le professeur de philosophie et la coiffeuse dans Pas son genre, ou Ă La Femme infidĂšle, dont le mari comprend avoir Ă©tĂ© choisi pour son statut social que pour la passion quâil a suscitĂ©. Partagez-vous cette analyse?
Lâamour, plus particuliĂšrement le choix amoureux est un sujet qui mâinterroge. Je suis fascinĂ© par les rencontres amoureuses : qui choisissons-nous quand nous aimons, et, Ă lâinverse, qui nous choisit, par qui sommes-nous aimĂ©s ? La rencontre procĂšde-t-elle du hasard ou de la providence (la rencontre du Prince charmant) ou de dĂ©terminations qui nous induisent Ă choisir âcomme Ă ĂȘtre choisi par- telles personnes plutĂŽt que telles autres ? La diffĂ©rence sociale, et donc culturelle, exposĂ©e dans mon roman Pas son genre (Non il suo tipo), entre un professeur de philosophie et une coiffeuse dĂ©range en ce quâelle nous place face Ă une rĂ©alitĂ© sociale que personne ne veut voir et cette vĂ©ritĂ©, inadmissible, intolĂ©rable, que lâamour nâest pas la transcendance que nous croyons, que lâamour est socialement conformiste et conventionnel (le mariage, sacre de lâamour, est un « contrat social »). Ce que la coiffeuse aime dans le professeur de philosophie, câest, au fond, avant sa personnalitĂ© une reprĂ©sentation sociale, le fait quâil soit, Ă ses yeux, tout ce quâelle nâest pas : un intellectuel parisien dâune classe sociale, culturelle, Ă©conomique supĂ©rieure Ă la sienne. Ce qui attire le philosophe, hormis sa plastique, câest le fait quâelle le dĂ©payse socialement et culturellement.
En thĂ©orie, nous avons tous envie de croire que le sentiment amoureux est pur, et notre bonne conscience nous incite Ă espĂ©rer que lâamour permet tout, la mixitĂ© culturelle comme lâhĂ©tĂ©rogamie sociale, que tout le monde peut aimer tout le monde, mais la rĂ©alitĂ© est malheureusement plus complexe, et plus cruelle aussi. Il sâagit moins lĂ dâune opinion que du fruit dâune observation, dâun constat dĂ©pitĂ©, nĂ© autant dâobservations que de lectures dâĂ©tudes sociologiques sur le choix du conjoint : nous savons bien que ce type dâhĂ©tĂ©rogamie nâest possible quâĂ certaines conditions. Sans doute, et câest le propos du narrateur de Pas son genre, aucun sentiment nâest-il plus viciĂ© et sĂ©grĂ©gatif, plus corrompu et clanique que le sentiment amoureux, et lâamour, sous ses dehors vertueux, moraux, nous condamne-t-il le plus souvent Ă nâaimer quâentre Ă©lus dâune mĂȘme caste sociale, dâun mĂȘme milieu, dâun mĂȘme rang, Ă nâĂ©pouser que des personnes de notre genre. Ainsi va la reproduction sociale, et, si lâamour nâest jamais tout-Ă -fait gratuit, il nâest peut-ĂȘtre quâun rapport marchand, tarifĂ©, qui ne se dit pas, que lâon prĂ©fĂšre nier, et que lâhistoire du mariage, avec ses dots, ses intĂ©rĂȘts familiaux, comme toute contractualisation de sentiments (Pacs), confirment. Câest pourquoi lâamour a un prix, et les amoureux se vendent sans le savoir. Personne nâaime voir que choisir un partenaire est une maniĂšre de dĂ©finir sa propre valeur, de sâestimer soi-mĂȘme â choix qui pourrait se rĂ©sumer par cette formule dâune violence effroyable: «Dis-moi qui tu aimes, je te dirais que ce que tu vaux ! ».
Quels ont été les auteurs français qui ont le plus contribué à votre formation?
Il est toujours difficile dâĂ©valuer Ă quel point une Ćuvre a influencĂ© une autre, les influences Ă©tant bien souvent inconscientes, toutefois, je pense que plusieurs Ă©crivains ont Ă©tĂ© importants dans ma trajectoire dâĂ©crivain: Marguerite Duras, Benjamin Constant, Marcel Proust, mais aussi Albert Camus, Sartre et Simone de Beauvoir. Je me suis beaucoup nourri de la pensĂ©e existentialiste.
La lecture de La femme infidĂšle Ă©voque votre lien Ă©troit avec lâItalie. Avez-vous eu la possibilitĂ© de visiter ce pays? Avez-vous lu des Ă©crivains italiens, et connaissez-vous notre littĂ©rature? Quelle opinion en avez-vous?
LâItalie est un pays que je connais bien, oĂč je viens rĂ©guliĂšrement depuis plus de vingt ans, et dont la culture me plait. Jâai vĂ©cu Ă Turin quelques temps, une ville discrĂšte et mĂ©lancolique qui possĂšde un charme fou, romantique, loin des clichĂ©s de la ville industrielle qui sont vĂ©hiculĂ©s sur elle. Jâai adorĂ© Venise, hors du temps. Jâai de bons souvenirs Ă Milan, Ă Florence et Ă VĂ©rone aussi, qui sont de vĂ©ritables joyaux. Rome de la dolce vita et la magnifique Palerme me plaisent Ă©normĂ©ment. Mais câest de Naples que je suis amoureux. Jâai eu un vĂ©ritable coup de foudre pour Naples la premiĂšre fois que je mây suis retrouvĂ©, en juillet 1994, piazza Dante. Il mâa semblĂ© que je connaissais cette ville depuis longtemps, que je lâavais dĂ©jĂ traversĂ©e dans mes rĂȘves, et, mystĂ©rieusement, je mây suis tout de suite senti chez moi. Ce sentiment nâa, dâailleurs, jamais cessĂ© ; aujourdâhui encore, plus quâĂ Paris mĂȘme, câest Ă Naples que je me sens le plus chez moi. Je me sens Napolitain de cĆur. Comme Stendhal voulait que lâon Ă©crive sur sa tombe quâil Ă©tait Milanais, jâaimerais quâon Ă©crive sur la mienne que jâĂ©tais Napolitain.
Venise, Turin (Falso padre), Capri et Naples apparaissent dans plusieurs de mes romans, notamment dans La moglie infedele, que je voulais intituler au dĂ©but : Capri souvenirs, du nom dâune boutique donnant sur le port de Capri. Ce ne sont pas seulement des lieux de mĂ©moire pour moi, ce sont des lieux familiers. Jâai dĂ©jĂ commencĂ© de prendre des notes pour un livre sur Naples.
Je connais mal la littĂ©rature italienne contemporaine. Le premier roman dâElena Ferrante, Lâamore molesto (Lâamour harcelant), comme son ambitieuse trilogie napolitaine mâont intĂ©ressĂ©. Les livres dâErri de Luca Ă©galement. Jâai le souvenir dâune lecture enchantĂ©e dâUn jour avant le bonheur et dâAu nom de la mĂšre. Jâai fait sa connaissance lors dâune confĂ©rence Ă lâinstitut français de Naples, il y a quelques annĂ©es. A lui, le Napolitain exilĂ©, le fils de Montedidio, jâavais dit combien jâĂ©tais amoureux de sa ville, Naples, une ville merveilleuse, extraordinaire ; et il mâavait rĂ©pondu avec un air malicieux, toute moustache remontĂ©e : «Ne le dites surtout pas aux Napolitains, ils risqueraient de le croire ! ».
Sinon, jâaime beaucoup Pavese, Moravia, Elsa Morante, et le magnifique poĂšte Ungaretti. Je me rĂ©citais un de ses vers lorsque jâĂ©tais Ă©tudiant: «Chi sono io? Se non un grande sogno oscuro[âŠ]».
En dehors des grands noms de lâhistoire de la littĂ©rature française, Balzac, Zola, Maupassant, en Italie, nous connaissons la littĂ©rature contemporaine française surtout Ă travers le succĂšs mondial de Michel Houellebecq. Je voudrais vous demander votre opinion sur cet auteur.
La littĂ©rature française contemporaine continue de produire des Ćuvres intĂ©ressantes, comme celles de Patrick Modiano, Annie Ernaux ou Michel Houellebecq, en effet, qui, en ce quâelle conjugue lâĂ©tude de mĆurs rĂ©alistes (Extension du domaine de la lutte, La possibilitĂ© dâune Ăźle, Plateforme), lâĂ©tude socio-philosophique (Particules Ă©lĂ©mentaires, La Carte et le Territoire) et sa capacitĂ© prophĂ©tique (Soumission), sâapparente Ă une nouvelle comĂ©die humaine et fait de lâauteur de PrĂ©sence humaine notre Balzac post-moderne.
Lisez-vous beaucoup? PrĂ©fĂ©rez-vous la littĂ©rature française ou bien, il y a des littĂ©ratures Ă©trangĂšres dont vous apprĂ©ciez la production? Pouvez-vous donner le nom dâauteurs Ă©trangers que vous apprĂ©ciez?
Jâai beaucoup lu mais je suis moins curieux quâautrefois, moins avide de lecture, je ne lis pas du tout de la mĂȘme façon quâautrefois. Le plaisir nâest plus de mĂȘme nature, il nâest plus dans le divertissement mais il est surtout intellectuel. Il livre dont le but est de me divertir ne mâintĂ©resse pas. Jâai eu une pĂ©riode oĂč je lisais beaucoup dâĂ©crivains amĂ©ricains, ceux de la gĂ©nĂ©ration perdue surtout. Jâai adorĂ© Hemingway, Carver et Steinbeck. A une autre pĂ©riode, je lisais la littĂ©rature portugaise, et je reste un grand admirateur de Fernando Pessoa, sur lequel jâai Ă©crit un essai. Jâaime la littĂ©rature russe aussi, DostoĂŻevski et Tchekhov.
DâaprĂšs vous, lâadaptation cinĂ©matographique de Pas son genre a-t-elle contribuĂ© au succĂšs de votre Ćuvre? Que pensez-vous de cette adaptation?
Je ne crois pas, car le roman est sorti bien avant -trois ans- avant lâadaptation cinĂ©matographique. Disons que le film a permis de donner un Ă©clairage important sur mon travail et sur lâĂ©dition de poche. Mais les spectateurs ne sont pas forcĂ©ment attentifs au fait que le film soit une adaptation de mon roman, mĂȘme si la mention figure sur lâĂ©cran de maniĂšre trĂšs visible au dĂ©but du film, et mĂȘme si je fais une apparition dans le film. Il nâest pas rare dâailleurs que des personnes que je rencontre me disent avoir vu le film sans savoir que câĂ©tait moi qui en Ă©tais lâauteur. Le film est une adaptation remarquable, trĂšs fidĂšle de mon roman, qui raconte la mĂȘme histoire, mais dâun point de vue diffĂ©rent : le rĂ©alisateur, Lucas Belvaux raconte lâhistoire depuis un point de vue assez neutre âmĂȘme sâil est plutĂŽt orientĂ© vers la coiffeuse- et moi je raconte lâhistoire depuis le professeur de philosophie. La diffĂ©rence de point de vue change beaucoup de choses.
Quelles sont les valeurs et les défauts de la littérature française contemporaine?
Ce serait lĂ engager une discussion trop longue et je renvoie ceux qui sont intĂ©ressĂ©s par la littĂ©rature française contemporaine Ă mon essai, La littĂ©rature sans idĂ©al. Disons, en substance, que la littĂ©rature contemporaine a tendance Ă obĂ©ir aux lois du marchĂ©, quâelle sâadapte Ă la demande en offrant et en promotionnant avant tout une littĂ©rature divertissante, rĂ©pondant Ă des sujets standardisĂ©s (elle vulgarise des vies de cĂ©lĂ©britĂ©s et des Ă©vĂ©nements historiques). Elle est devenue une littĂ©rature du sujet au dĂ©triment dâune littĂ©rature de style. LâĂ©criture proprement dite prend de moins en moins dâimportance. Savoir Ă©crire nâest plus une nĂ©cessitĂ© pour devenir Ă©crivain aujourdâhui, il suffit de trouver un bon sujet, sensationnel, dont les mĂ©dias pourront sâemparer.
L'articolo âLa scrittura Ăš la mia maledizioneâ: intervista a Philippe Vilain, il romanziere che conosce lâarte di amare proviene da Pangea.
from pangea.news http://ift.tt/2GRiSfP
0 notes